venerdì 20 aprile 2012

MARCO SHAQIRI - lI Morgenstern



Tutti gli eserciti europei, eccetto quello italiano, durante la prima guerra mondiale hanno fatto uso di armi bianche - e in particolare di mazze ferrate - per la lotta corpo a corpo nelle trincee.
Inizialmente le truppe si trovarono a disagio nell'affrontarsi corpo a corpo, tenendo conto che uccidere con una pistola a distanza ravvicinata un nemico, magari in fin di vita, significava sprecare un proiettile, quindi soldi.
I primi che trovarono soluzione alla carenza di armi ideali per la lotta corpo a corpo furono i tedeschi (e successivamente gli inglesi e i francesi), munendosi di armi bianche, come coltelli e pugnali, anche di uso domestico, commerciale o artigianale.
Ed è in questo ambiente che fu riscoperto l'utilizzo di un'arma abbandonata da secoli, la mazza ferrata. Tutte le truppe europee ne furono tempestivamente munite. Le mazze inglesi hanno spesso la data di fabbricazione e due frecce (una contenente l'altra), che contrassegnano l'esercito britannico.
L'armata italiana rimase estranea all'utilizzo delle mazze, ma se ne nota, invece, l'uso massiccio da parte delle milizie austroungariche.
L'Italia vide il primo utilizzo delle mazze da parte del nemico probabilmente nella battaglia di S. Michele del 29 giugno 1916, quando i reggimenti 7 e 20 Honved  usarono tali mazze per finire i soldati italiani avvelenati dai gas asfissianti, come testimoniano i diari dei sopravvissuti.
Sul fronte austriaco c'era un certo orgoglio nella riscoperta dell'epico Morgenstern (“stella del mattino”), anche se quasi certamente fu nascosto alla popolazione civile il vero utilizzo dell'arma.
Lo Stato italiano, invece, venuto a conoscenza di questa brutalità, fece circolare un documento nel quale si ordinava la fucilazione diretta di nemici trovati con mazze addosso. L'orrore tra la popolazione fu talmente elevato, che i nemici cercavano di non farsi trovare con un Morgenstern per non essere uccisi istantaneamente.

Tra la popolazione si sviluppò  così la leggenda dell'arma barbarica, arricchita dalle descrizioni e dalle fotografie di giornali e manifesti, che facevano una violenta pubblicità contro l'esercito austriaco, tralasciando però volontariamente la notizia che la mazza ferrata era adoperata anche dagli alleati francesi e inglesi.
A Bologna furono trovate alcune mazze ferrate austriache, che oggi sono esposte al Museo del Risorgimento.
Si noti che numerosi furono i manicomi e gli ospedali psichiatrici aperti durante e subito dopo la Grande Guerra sul territorio bolognese. Spesso infatti vi erano ospitati i soldati provenienti dal fronte austriaco, diventati folli a causa delle barbarie commesse.

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