martedì 31 gennaio 2012

ELENA BENINCASA, ELISA CAMASSI - Ugo Bassi

Ugo Bassi nel carcere di Comacchio, Carlo Ademollo 1867 circa



Il dipinto rappresenta la perquisizione che Ugo Bassi (1801-1849) subì nel carcere di Comacchio, per ordine del generale austriaco Gorzowsky, a causa del suo schieramento al fianco di Garibaldi. Il Padre barnabita, che apre l'abito talare a dimostrazione della sua innocenza, è rappresentato tra un gendarme pontificio ed alcuni dragoni austriaci, e da questi apertamente minacciato.




Ugo Bassi sul sagrato di S. Petronio, Napoleone Angiolini




Il quadro, eseguito da Napoleone Angiolini, rappresenta una delle orazioni eseguite dal frate barnabita Ugo Bassi sul sagrato della Chiesa bolognese di S. Petronio.
I suoi discorsi patriottici e rivoluzionari avevano una vasta influenza sulla cittadinanza che, come si vede nel quadro, vi assisteva in gran numero.

LA STORIA (da Giorgio Ravaioli, http://www.capannogaribaldi.ra.it/2giugno/ugobassi05.htm)

La partenza da Cesenatico e la cattura - Ugo Bassi e Giovanni Livraghi (patriota che prese parte alle imprese garibaldine) si diressero verso Comacchio. Alle 11 giunsero all'osteria della Lenza. Ugo Bassi venne scambiato per Garibaldi, e si sparse la voce. Qualcuno gli consigliò di abbandonare l'osteria. In città c’erano troppi soldati. Lo stesso chiese Livraghi, ma il Bassi non ascoltò. Accettò solo di trasferirsi all'osteria della Luna per consumare un frugale pasto. Questi ritardi favorirono la gendarmeria, che arrestò i due patrioti alle 11,45.
La curia di Comacchio, informata dell'accaduto, si presentò subito al comando austriaco e chiese il rilascio del Barnabita, protetto dal diritto canonico. Ma i poteri erano tutti in mano al generale Gorzkowski, governatore di Bologna.

L’arrivo a Bologna - Nel pomeriggio del giorno 5 agosto i due prigionieri vennero trasferiti a Bologna. Le due vetture procedettero sotto la scorta di 50 soldati austriaci, giunti da Ravenna. La sera del 7 agosto, a Bologna, i due vennero rinchiusi a Villa Spada, sede del generale Gorzkowski. La notizia dell'arrivo di Bassi e Livraghi si sparse per la città in un baleno. Al barnabita venne concesso un incontro con la sorella Carlotta. Subito dopo, con Livraghi venne condotto alle carceri della Carità, per attendere la sentenza. Non vi fu alcun "processo", neppure sommario. Il generale Gorzkowski volle ammonire con un "esempio" la popolazione a non far nulla in favore del "bandito" Garibaldi, di cui si erano perse le tracce. Gorzkowski accusò Ugo Bassi di detenzione d'armi e Livraghi, suddito austriaco, di diserzione, e ordinò l’immediata fucilazione dei prigionieri. La Curia o i Barnabiti non dovevano avere il tempo per fare pressioni e salvare la vita ai due.

La fucilazione - La mattina del giorno 8 agosto, a Villa Spada, due sacerdoti ebbero il compito assistere i condannati prima della fucilazione. Un ufficiale lesse loro il decreto di condanna a morte. Ugo Bassi era preparato. Conosceva la legge marziale e non si aspettava clemenza da Gorzkowski. Tuttavia protestò fieramente la propria innocenza: «Aveva assistito i morenti sul campo, non aveva mai negato il soccorso neppure ai nemici, non era armato, come non lo era il suo compagno, non era reo ...». Incatenati ai polsi, Bassi e Livraghi furono fatti salire coi due sacerdoti su un carro militare e condotti in via della Certosa. Vicino agli archi 66-67 dovettero scendere. Ugo Bassi salutò il compagno che doveva essere fucilato per primo: «Fra poco saremo congiunti», disse. Volle che fosse un sacerdote a bendarlo. Prese a recitare: «Ave Maria...», ma una fucilata troncò l'ultima parola. Fu sepolto senza bara, in una fossa insieme al Livraghi.

Nei giorni successivi, gruppi di bolognesi si recarono sulla tomba, la coprirono di fiori e ne tolsero zolle di terra per ricordo. Per impedire ai bolognesi di manifestare i loro sentimenti di amore e di devozione al martire, nella notte fra il 18 e il 19 agosto i due corpi vennero esumati e occultati nell'interno del cimitero della Certosa.
Soltanto nell'agosto del 1859 i parenti ottennero che le ossa di Ugo Bassi fossero collocate nella tomba di famiglia accanto ai genitori.

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