giovedì 14 aprile 2011

Shaqiri - La tragedia del male

Marco Shaqiri - Titus Andronicus. La tragedia del male
Titus Andronicus: senz'altro la più violenta e sanguinosa tragedia di Shakespeare, tanto che si stenta a credere che sia di pugno shakespeariano.
Si pensa sia stata scritta da un nobile e che il famoso drammaturga abbia semplicemente prestato il suo nome. Molti considerano quest'opera infantile e di basso livello a causa della sua violenza.
Ci sono stati molti adattamenti letterari e, nel XX secolo, cinematografici.
L'ultimo film che tratta di questa vicenda è il ''Titus''(1999), diretto Julie Taymor.
La pellicola è molto fedele al testo della tragedia.
Essa,come l'opera stessa, mostra un mondo dominato dal male, in cui persino l'animo più puro è in realtà corrotto, anche se magari minimamente da questo.
Particolare attenzione,quindi, si pone ai personaggi,compresi quelli secondari, che sono caratterizzati a grandi linee da singoli aspetti dell'animo umano.
Il protagonista è Tito,vecchio generale romano, figura psicologicamente parlando molto complessa.
Gli antagonisti sono la regina dei goti Tamora e il moro Aronne(''If one good Deed in all my life I did,I do repent it from my very Soule), che rappresentano il male puro,anche se con tratti di umanità nei confronti dei propri figli: infatti Tamora, che è come una tigre che protegge i suoi cuccioli, supplica Tito di non sacrificare il suo figlio più grande Alarbo, e si vendica per la morte di quest'ultimo; Aronne sacrifica la propria vita per salvare quella di suo figlio.
I personaggi secondari sono la figlia di Tito, Lavinia, che rappresenta l'innocenza, il fratello di Tito, Marco, caratterizzato dal buon senso, il figlio maggiore Lucio e i figli della regina Tamora, Chirone e Demetrio, rispettivamente simboli di bestialità e violenza, ma allo stesso tempo di paura e facile condizionamento. I personaggi minori vengono utilizzati per esprimere le passioni e i pensieri dei tre protagonisti.
Tra questi, la figura più complessa è quella di Titus: egli non rappresenta la bontà, perché uccide alcuni dei suoi figli e in più non si piega davanti alle suppliche di Tamora e fa sacrificare ugualmente Alarbo. Tito ha dunque dei tratti di bestialità, tanto che per vendicare lo stupro di Lavinia, fa mangiare alla regina dei Goti gli altri suoi due figli.
La storia è in conclusione devastata dal male.
Particolare è la figura del piccolo Lucio, nipote di Tito, che rappresenta, insieme al figlio di Aronne, la speranza, ma al tempo stesso è uno spettatore interno alla tragedia e si deve comportare in modo contrario agli altri personaggi, così da provocare negli spettatori la catarsi tragica. Infatti, il film presenta un finale alternativo rispetto la tragedia e si conclude con l'immagine di Lucio che, tenendo il figlio del moro in braccio, se ne va per una strada verso l'alba. Ciò si presume che sia un invito da parte della regista affinché il futuro,che sono i nostri figli, non sia caratterizzato dalla violenza e dal male.

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