giovedì 14 aprile 2011

Rossi - Titus

Gianluigi Rossi - RECENSIONE DEL TITUS
Titus è un film recente che ha tratto spunto dalla tragedia Titus Andronicus di Shakespeare.
Questa opera cinematografica è una tragedia e può anche essere considerata uno splatter in quanto sono presenti scene assai crude. A differenza dell'opera shakespeariana, però, la prima e l'ultima scena sono aggiunte esclusive della pellicola.
Per quel che riguarda il film, vi è una vasta gamma di psicologie dei personaggi, di cui ognuno corrisponde a un preciso carattere. Tito è il personaggio principale ed è difficile da analizzare perché è ambivalente, in quanto non è un buono, anzi compie gesti orribili, ma in compenso mostra un forte senso dell'onore, e viene quindi considerato un miscuglio di bene e male.
A proposito degli antagonisti, Chirone e Demetrio, i figli di Tamora, rappresentano la violenza e lo stupro, e sono contrapposti a Lucio, figlio di Tito, che rappresenta la giustizia.
Tamora viene paragonata più volte ad una tigre: esprime un desiderio di ribellione dopo aver cercato di difendere i figli da Tito.
Un altro personaggio molto importante è Aronne, che è il vero cattivo della tragedia, simbolo di puro male. Infatti, le azioni dei figli di Tamora sono guidate appunto da lui. In questo si vede un aspetto di umanità da parte dei Chirone e Demetrio che, nella loro paura, rispettano Aronne.
Infine, il personaggio chiave del film è Lucietto, un bambino che è presente all'inizio dell'opera, in alcune scene e alla fine. Egli rappresenta lo spettatore della tragedia, ovvero il punto di vista dell'autore. L'autore vuole infatti dotare la fine della tragedia d'un effetto di catarsi e di un insegnamento. La catarsi è presente nel fatto che Lucietto liberi il bambino di Aronne da una gabbia: in questo modo, il finale risulta positivo e dà senso anche alla violenza presente nell'assieme dell'opera, per la quale lo spettatore è orientato a provare disgusto e ripugnanza.

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