mercoledì 6 giugno 2012

ELISA CAMASSI - UN MIKROKOSMOS UNITO. La cultura della diversità e dell’integrazione attraverso il canto



UN MIKROKOSMOS UNITO
La cultura della diversità e dell’integrazione attraverso il canto

Il Centro interculturale M. Zonarelli, del quartiere San Donato di Bologna, realizza da anni una serie di iniziative per favorire l'incontro, lo scambio e il dialogo interculturale. Attraverso vari servizi e progetti come incontri socio-culturali, corsi, laboratori, cineforum e altre varie manifestazioni, raggruppando circa 80 associazioni delle comunità starniere bolognesi, il centro si adopera per formare a una vita di comunità ed a una parteciapazione alla vita sociale trattando i temi della diversità e della multiculturalità.
Fanno parte del progetto del Centro Zonarelli sia il coro multietnico Mikrokosmos, che nasce su iniziativa del maestro Michele Napolitano con l’obiettivo, attraverso un repertorio di musica popolare da tutto il mondo, di promuovere l’integrazione dei cittadini stranieri e contribuire ai processi d’interazione e comunicazione tra persone di culture differenti, sia il coro Mikrokosmos dei piccoli che, con lo stesso intento, raggruppa bambini dai sei agli undici anni.
Come questa associazione, molte altre si sono formate per combattere l’odio e la paura per lo straniero che ancora oggi è radicato nella nostra società e che è descritto in modo formidabile da autori come Elsa Morante e Fredrick Brown.
La domanda a cui dobbiamo riflettere è: com’è possibile che nel XXI secolo, dopo decine di romanzi sull’argomento, poemi epici come l’“Odissea” di Omero, articoli della Costituzione italiana, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e molti orribili avvenimenti storici, l’omofobia e la xenofobia siano ancora presenti nella nostra società?
La forma d’arte del canto, che raggruppa persone diversissime ma con una passione comune, è una soluzione “che canta a gran voce” il problema della scarsa educazione alla diversità e all’integrazione.
In questa chiave, rileggiamo l’ancor oggi attualissima riflessione di Nausicaa, figlia di Alcinoo e personaggio dell’”Odissea”, il capolavoro dello “sconosciuto” e “misterioso” Omero: “Straniero, non sembri uomo stolto o malvagio, ma Zeus Olimpio, che divide la fortuna tra gli uomini, buoni e cattivi, a ciascuno come lui vuole, a te diede questa sorte, e tu la devi ad ogni modo sopportare. [...] Dove fuggite al veder un uomo? Pensate forse che sia un nemico?”.
La domanda continua in fondo ad essere la stessa: pensate che lo straniero sia necessariamente un nemico?
Ogni giorno possiamo assistere ad episodi di discriminazione, anche indiretta, in qualsiasi contesto: dai cori da stadio, alla televisione, passando per la scuola, dove l’educazione alla convivenza civile non sembra ancora affermata. L'ultimo di alcuni episodi vergognosi a cui ho assistito personalmente è avvenuto qualche settimana fa, quando il direttore del coro Mikrokosmos si è sentito chiedere in tono canzonatorio dal presentatore di un un concorso corale sull’unità d’italia, a cui partecipava l’ensamble, se era veramente un coro multietnico quello che aveva davanti, dato che non vedeva molti neri.
Probabilmente è solo ignoranza quella che troviamo nelle parole del presentatore, o forse la cosidetta “gioia di umiliare” che descrive Buzzati nella sua raccolta di racconti. È possibile sentirsi giustificati a diffamare persone solo perché credute diverse da noi? Non siamo noi stessi stranieri di molti altri?
Il coro interculturale bolognese, e l’intero centro Zonarelli, lotta e continuerà  di certo a lottare per questi ideali.
Il maestro Michele Napolitano ha risposto al presentatore: Non tutti gli stranieri sono neri, non tutti i neri sono stranieri. Forse il conduttore del concorso avrà imparato la lezione dopo questa risposta, ma ora è la mentalità corrente che deve cambiare e, finalmente, aprirsi.

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