venerdì 25 novembre 2011

ELISA CAMASSI - “Ci stanno circondando!”


“Ci stanno circondando!”

-non vi preoccupate, parlavo delle nuove tecnologie-



Un collettivo è un assemblea organizzata da più persone in cui si discute di un progetto o di una problematica sociale. A Bologna i due principali collettivi studentieschi sono il CSMB (Coordinamento Studenti Medi Bolognesi) e il CAS (Collettivo Autonomo Studentesco).

Qualche giorno fa, sono stata invitata tramite Facebook ad un collettivo studentesco di Libera Terra (associazione nazionale coinvolta nella lotta alle mafie).

A questa assemblea organizzata tramite Facebook, ormai il social network più famoso ed utilizzato dai giovani d’oggi, si sono presentati in più di venticinque studenti da diverse scuole bolognesi, con l’idea di formare e di inserire un gruppo di Libera all’interno di ogni istituto e di portare avanti una campagna di informazione e di lotta alle mafie attraverso vari progetti digitali e non.

Il primo problema che ci siamo posti è stato il come “attrarre” le persone, come far conoscere questo progetto e come invogliarle a partecipare.

“Se avete intenzione di vivere nella società, in questa epoca e in questo posto, dovrete fare i conti con la società in rete. Perché viviamo nella Galassia Internet”, ecco cosa dice Castells a proposito delle nuove tecnologie (o new media, cioè i nuovi mezzi di comunicazione di massa). E tutto ciò è assolutamente vero! Le persone ormai vivono su internet, che oggigiorno contiene di tutto.

Al collettivo abbiamo pensato proprio a questo: creare Blog e pagine Facebook con video e documenti sulla lotta che vogliamo sostenere e sulle idee e le iniziative che vogliamo portare avanti sul nostro territorio. Perché è questo il metodo più semplice e più veloce per far conoscere questo tipo di progetti al giorno d’oggi, in cui sono circa 2 miliardi i cybernauti presenti in tutto il mondo.

Lo confermano le conquiste degli Indignados, un gruppo studentesco che è partito dalla Spagna ed ha conquistato tutta l'Europa, e che si è organizzato tramite Internet accumulando sempre più sostenitori, o i vari Flash Mob che si sono tenuti negli ultimi anni, tutti organizzati online.

Pertanto, è evidente che i “famosi” New Media, Internet e Social Network - ormai non si parla d’altro - non sono solo fonte di distruzione del nostro pensiero critico e di informazione superficiale.

Internet è, anzi, una rete di computer mondiale che ospita un’enorme quantità di informazioni e che collega l’intero pianeta. Possiamo trovarci di tutto: notizie mondiali aggiornate in tempo reale e, se inseriamo una qualsiasi parola sul principale motore di ricerca di Internet, questo farà apparire più di un milione di pagine con quella parola, nella nostra lingua: anzi, se sbagliamo a scriverla, ce la corregge anche.

Se invece vogliamo contattare una persona, anche a distanza di migliaia di chilometri, lo possiamo fare benissimo tramite mail o tramite un social network: solo, attenti al fuso orario!

Tuttavia, ho ormai letto troppi articoli che criticano questi nuovi mezzi di comunicazione: paura di cambiamento? Forse.

Ma ciò è lecito se pensiamo alla pericolosità dello scambio di dati online e a come Internet possa controllare le nostre vite, come il famoso teleschermo del Grande Fratello di 1984 di Orwell.

“Oggi con la tecnologia cellulare è possibile controllare chiunque, sapere con chi parla, dove si trova, come si sposta. […] Ecco, questo è il grande pericolo insito nella tecnologia, quello di creare un grande occhio che seppellisca l'uomo e la sua creatività sotto il suo controllo”, dice D. De Kerckhove nel suo intervento tenutosi al Convegno Internazionale “Professione Giornalista: Nuovi Media, Nuova Informazione”, dove espone la sua perplessità sulle tecnologie, così avanzate da permettere di riconoscere dove ci troviamo e di scambiare dati privati senza la sicurezza adeguata. Di qui le numerose critiche a Facebook sullo scarso controllo della privacy dei propri membri.

Ma in fin dei conti, ha ora senso discutere se siano giusti o sbagliati i social network? Non sono forse solo un'evoluzione dei mezzi di comunicazione, come ce ne sono state e come ce ne saranno in futuro?

Sicuramente non bisogna abusarne, ma essi sono anche necessari per stare al passo con i tempi, sempre più folli, frenetici e su larga scala.

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