“Ci stanno
circondando!”
-non vi
preoccupate, parlavo delle nuove tecnologie-
Un
collettivo è un assemblea organizzata da più persone in cui si discute di un
progetto o di una problematica sociale. A Bologna i due principali collettivi
studentieschi sono il CSMB (Coordinamento Studenti Medi Bolognesi) e il CAS
(Collettivo Autonomo Studentesco).
Qualche
giorno fa, sono stata invitata tramite Facebook ad un collettivo studentesco di
Libera Terra (associazione nazionale coinvolta nella lotta alle mafie).
A
questa assemblea organizzata tramite Facebook, ormai il social network più
famoso ed utilizzato dai giovani d’oggi, si sono presentati in più di venticinque
studenti da diverse scuole bolognesi, con l’idea di formare e di inserire un
gruppo di Libera all’interno di ogni istituto e di portare avanti una campagna
di informazione e di lotta alle mafie attraverso vari progetti digitali e non.
Il
primo problema che ci siamo posti è stato il come “attrarre” le persone, come
far conoscere questo progetto e come invogliarle a partecipare.
![](https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/223294_10150193645658629_42264313628_6948639_1037566_n.jpg)
Al
collettivo abbiamo pensato proprio a questo: creare Blog e pagine Facebook con
video e documenti sulla lotta che vogliamo sostenere e sulle idee e le
iniziative che vogliamo portare avanti sul nostro territorio. Perché è questo
il metodo più semplice e più veloce per far conoscere questo tipo di progetti
al giorno d’oggi, in cui sono circa 2 miliardi i cybernauti presenti in tutto
il mondo.
Lo
confermano le conquiste degli Indignados, un gruppo studentesco che è
partito dalla Spagna ed ha conquistato tutta l'Europa, e che si è organizzato
tramite Internet accumulando sempre più sostenitori, o i vari Flash Mob
che si sono tenuti negli ultimi anni, tutti organizzati online.
Pertanto,
è evidente che i “famosi” New Media, Internet e Social Network - ormai non si
parla d’altro - non sono solo fonte di distruzione del nostro pensiero critico
e di informazione superficiale.
Internet
è, anzi, una rete di computer mondiale che
ospita un’enorme quantità di informazioni e che collega l’intero pianeta. Possiamo trovarci di tutto: notizie
mondiali aggiornate in tempo reale e, se inseriamo una qualsiasi parola sul
principale motore di ricerca di Internet, questo farà apparire più di un
milione di pagine con quella parola, nella nostra lingua: anzi, se sbagliamo a
scriverla, ce la corregge anche.
Se invece
vogliamo contattare una persona, anche a distanza di migliaia di chilometri, lo
possiamo fare benissimo tramite mail o tramite un social network: solo,
attenti al fuso orario!
Tuttavia,
ho ormai letto troppi articoli che criticano questi nuovi mezzi di
comunicazione: paura di cambiamento?
Forse.
Ma ciò
è lecito se pensiamo alla pericolosità dello scambio di dati online e a
come Internet possa controllare le nostre vite, come il famoso teleschermo del
Grande Fratello di 1984 di Orwell.
“Oggi
con la tecnologia cellulare è possibile controllare chiunque, sapere con chi
parla, dove si trova, come si sposta. […] Ecco, questo è il grande pericolo
insito nella tecnologia, quello di creare un grande occhio che seppellisca
l'uomo e la sua creatività sotto il suo controllo”, dice D. De Kerckhove nel
suo intervento tenutosi al Convegno Internazionale “Professione Giornalista: Nuovi Media, Nuova Informazione”, dove
espone la sua perplessità sulle tecnologie, così avanzate da permettere di
riconoscere dove ci troviamo e di scambiare dati privati senza la sicurezza
adeguata. Di qui le numerose critiche a Facebook sullo scarso controllo della
privacy dei propri membri.
Ma in fin dei conti, ha ora senso discutere se siano
giusti o sbagliati i social network? Non sono forse solo un'evoluzione
dei mezzi di comunicazione, come ce ne sono state e come ce ne saranno in
futuro?
Sicuramente
non bisogna abusarne, ma essi sono anche necessari per stare al passo con i tempi,
sempre più folli, frenetici e su larga scala.
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